Tutti i giorni a scuola, mentre aspetto paziente in quell'atmosfera irreale di genitori spossati e impegnati, mi sento adocchiata e circondata. Un punto nero. Me ne sto zitta in disparte, con la testa bassa ma riesco a osservare un pò tutti, li conosco bene ormai. E me ne sto sempre più lontana, sull'ultimo scalino grigio. Meglio non avere contatti. Ma oggi una di loro, forse più disperata delle altre ha voluto vendicarsi del mio silenzio ostinato. Mi ha buttato addosso frasi sconnesse, con motivazioni non occulte, lo riconosco, ma che non capivo ugualmente perchè non c'era un nesso logico nei suoi improperi gettati fuori come sa fare solo una donna minacciata che si difende. Mi ha guardato incazzata dal basso verso l'alto con gli occhi aguzzi e acidi accusandomi di intralciarla, con la mia posizione, nello svolgimento della sua mansione quotidiana. Non ho ben capito quale ostacolo io rappresentassi per lei. Ma ricordo che ho solo pensato "adesso finisce tanto". Avevo ragione: ha sorriso al suo indecifrabile bambinetto ed è fuggita via soddisfatta, lasciandomi inerte appoggiata alla colonna di cemento.
Ho avuto paura, ancora una volta: che potessi diventare un giorno come quella donna, disperata perchè sta vivendo, incattivita perchè non sa dialogare, sola perchè crede di avere ragione. Ho avuto paura ma poi mi sono ricordata delle strafiche, quelle che ho conosciuto quella notte nel locale. Ho ricordato quanto fosse morbida la loro pelle e dolce il loro profumo denso. Mi sono sentita rinascere. Nessuna casalinga disperata potrà convincermi del contrario!
2 commenti:
Il lavoro, la routine, crea uomini e donne in cattività.
Per fortuna la perversione permette di liberarsi!
Perversione però è un termine troppo pesante, nulla è perverso se fatto in maniera positiva, senza far male all'altro, nel pieno rispetto della libertà. Lasciamo usare questo termine alle persone bigotte o represse per giudicare chi invece è visto come troppo libertino magari!
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